Citato nella “Guida di Torino. Architettura”, a cura di Vera Comoli e Carlo Olmo come “La più importante operazione di riqualificazione urbana che abbia interessato la città”, l’Environment Park sorge su un’area precedentemente occupata da stabilimenti siderurgici.
L’intervento copre una superficie di oltre 100.000 mq e prevede la realizzazione di un parco tecnologico dedicato al tema dell’ambiente, con quasi 30.000 mq di uffici e laboratori.
Data questa vocazione “ecologica”, il progetto si caratterizza per una configurazione “a paesaggio” e a bassa densità insediativa.
Anche molte delle soluzioni progettuali adottate risultano ispirate a principi di progettazione ambientale: come la copertura del tetto degli edifici trattata a giardino o l’ampio ricorso a tecniche sperimentali di risparmio energetico (ad esempio, un impianto termico alimentato da residui di potatura). Altro elemento che qualifica il progetto del Parco è il duplice obiettivo dei contenimento dei costi e della semplicità di realizzazione: significativa, da questo punto di vista, l’idea di utilizzare una rete di nylon verde a mascherare pareti in calcestruzzo degli uffici e dei laboratori.
Comparsa più volte sui media nazionali, l’opera è stata pubblicata su riviste nazionali e internazionali, tra cui “Abitare”, “Atti e rassegna tecnica”, “Costruire”, “Quaderni di Aion”. L’opera è stata esposta alla X Biennale di Architettura di Venezia, curata da Richard Burdett.
Torino, 1997-2003
Importo totale lavori: 7.500.000 Euro
Giovanni Durbiano (with Benedetto Camerana, Luca Reinerio)